Chi Siamo
Quattro amici, Federico, Giulio, Lorenzo, Francesco, per caso anche cugini. Lampasi, in Contrada Stretto - Binaia, il punto di partenza naturale: 18 ettari coltivati ad uliveto su uno dei colli che dominano la Valle del Belìce. Un'attività avviata e ancora oggi seguita da Rocco, grande amico dei ragazzi, per caso anche loro nonno. Un'avventura cominciata in sordina tra pranzi domenicali, liti serali e sogni ad occhi aperti.
Federico, nato e cresciuto a Milano con tutti i Gianca, le Guie, i Giamba e i crismi del caso. Lavora per il cinema, la TV e per ogni progetto che ricambi l'impegno col divertimento, ricercando un equilibrio, in genere, sempre spostato verso quest'ultimo; efficiente in quanto pigro.
Giulio, natu 'nta sta isola, approda a Milano dopo essere brillantemente entrato a Medicina alla Statale. Fine della carriera accademica. Segue l'esperienza più formativa della sua vita: lavora come cameriere, si specializza sul vino, si dà una valida motivazione per bere. Riscopre la campagna tramite la vigna e si ricorda di quella di Rocco: la linea piena di curve e deviazioni, non definibile come cerchio, si chiude.
Lorenzo, apparentemente più riservato e timido, con dentro un mondo fatto di inquietanti disegni e stranezze d'artista. Parla poco e bene; si dà un gran da fare con zappa, mazzotta, matite, biro e pennarelli. Fratello di Federico, anche lui cervello in fuga da Milano, probabilmente il primo dei quattro cervelli ad essere andato via, tanto tempo fa.
Francesco, fratello di Giulio, lu nicu, il più siculo per distacco. Per primo intuisce le potenzialità della campagna, trovando un valido motivo per fare battute sconce in siciliano. A Milano per due anni fa il barman e ripete quotidianamente: "bello eh, ma non ci vivrei". Poco diplomatico (ma ha anche dei difetti), sostenitore della pars destruens del processo creativo (a sua insaputa).
In ultimo il capostipite, granitico come il suo nome: Rocco. Ragazzo classe 1931, nelle cui vene scorre la terra buona dove ha coltivato i suoi ulivi. Self made man dalla volontà ferrea, dedizione totale e pragmatismo: il migliore, dunque il peggiore, dei capi.